Il 5 luglio 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il testo della Direttiva che è entrata in vigore il 25 luglio 2024. Gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepirla.
Di cosa si tratta?
La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), recentemente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, rappresenta un passo cruciale verso l’integrazione della sostenibilità nelle pratiche aziendali.
Questa direttiva introduce obblighi stringenti per le imprese, imponendo loro di implementare una due diligence sistematica per identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente, tanto nelle proprie operazioni quanto lungo le catene di fornitura. Le imprese diventano così responsabili di tali impatti lungo tutto il processo di approvvigionamento.
L’implementazione della CSDDD richiederà alle aziende di rivedere in modo significativo le loro politiche di governance e le strategie operative. Le imprese dovranno rafforzare i criteri di selezione dei fornitori, assicurandosi che anch’essi rispettino standard di sostenibilità e diritti umani. Inoltre, la gestione del rischio e la conformità normativa diventeranno aspetti centrali per poter operare sul mercato europeo.
Quali obblighi porta l’entrata in vigore della nuova Direttiva?
La direttiva CSDDD delinea sette principali obblighi per le imprese:
- Integrare il dovere di diligenza nelle politiche e nei sistemi di gestione del rischio aziendale, mediante l’adozione di un codice di condotta, politiche aziendali e processi per incorporare la due diligence nell’informativa di sostenibilità, e misure per verificarne la conformità.
- Identificare e valutare gli impatti negativi reali e potenziali sui diritti umani e ambientali, dando priorità a quelli più critici come lavoro minorile, sfruttamento del lavoro, inquinamento, deforestazione, danni agli ecosistemi.
- Istituire e mantenere canali di segnalazione e reclamo accessibili a coloro che nutrono preoccupazioni relative agli gli impatti negativi reali e potenziali
- Coinvolgere tramite consultazioni efficaci e trasparenti le parti interessate, ovvero coloro che hanno diritti o interessi che potrebbero essere influenzati dai prodotti, dai servizi e dalle operazioni dell’impresa.
- Adottare misure appropriate per prevenire, arrestare o minimizzare gli impatti negativi sui diritti umani e sull’ambiente.
- Monitorare e valutare periodicamente l’efficacia delle misure adottate nelle proprie attività e nella catena di valore.
- Rendicontare la politica e le misure di due diligence in conformità alla direttiva CSRD e ai principi ESRS.
Conseguenze e Opportunità
La mancata conformità alla direttiva potrebbe comportare sanzioni rilevanti, inclusa la responsabilità legale per gli impatti negativi non adeguatamente gestiti.
Gli Stati dovranno stabilire le norme relative alle sanzioni, anche pecuniarie, applicabili in caso di violazione delle disposizioni di diritto nazionale adottate in attuazione della presente direttiva.
Le sanzioni dovranno essere effettive, proporzionate e dissuasive.
Tuttavia, le imprese che si adegueranno prontamente potranno beneficiare di un miglioramento della reputazione, di un accesso facilitato ai mercati finanziari e di una maggiore resilienza operativa.
Ambito di Applicazione e Tempistiche
La direttiva si applica a diverse categorie di imprese, sia europee che di Paesi terzi operanti nell’UE, in base a dimensioni e fatturato.
Le scadenze per l’adeguamento sono progressive:
- 2027: per le imprese con oltre 5.000 dipendenti e un fatturato superiore a 1.500 milioni di euro.
- 2028: per le imprese con più di 3.000 dipendenti e un fatturato superiore a 900 milioni di euro.
- 2029: per tutte le altre imprese rientranti nell’ambito della direttiva ovvero con oltre 1.000 dipendenti e un fatturato superiore a 450 milioni di euro.
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