La carbon footprint (cosiddetta “impronta di carbonio”) è il parametro che stima le emissioni in atmosfera di gas serra generate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo. Questo dato infatti permette di stimare le emissioni di gas serra (espresse in tonnellate di CO2 equivalente) calcolate lungo l’intero ciclo di vita del sistema in analisi, e che hanno un impatto sul climate change.

Conoscere questo parametro da un lato permette di valutare e quantificare gli impatti emissivi in materia di cambiamenti climatici nell’ambito delle politiche di settore, dall’altro aiuta a monitorare l’efficienza ambientale ed energetica delle proprie strutture. Inoltre, fornisce un’idea della domanda derivante dall’uso dei combustibili fossili, per cui la sua riduzione è essenziale per porre termine allo sfruttamento eccessivo delle risorse.

Ma il dato è utile anche per le strategie di business, ovvero, la carbon footprint, può essere uno strumento per valorizzare le proprie attività e promuovere le proprie politiche di sostenibilità ambientale.

In quest’ottica le aziende si impegnano a definire un sistema di carbon management finalizzato all’identificazione e realizzazione di quegli interventi di riduzione delle emissioni, economicamente efficienti, che utilizzano tecnologie a basso contenuto di carbonio.

Le misure di riduzione possono essere integrate dalle misure per la neutralizzazione delle emissioni (carbon neutrality), realizzabili attraverso attività che mirano a compensare le emissioni con misure equivalenti volte a ridurle con azioni economicamente più efficienti o più spendibili in termini di immagine.

Il calcolo dell’impronta di carbonio di un bene o servizio deve tenere conto di tutte le fasi della filiera secondo l’approccio Lca, cioè del Life Cycle Assessment (o analisi del ciclo di vita).

Per valutare la carbon footprint di un prodotto o servizio è stata sviluppata una norma tecnica standard: UNI CEN ISO/TS 14067:2014 “Gas ad effetto serra – Impronta climatica dei prodotti (Carbon footprint dei prodotti) – Requisiti e linee guida per la quantificazione e comunicazione”, entrata in vigore l’11 settembre 2014. Lo scopo della norma ISO 14067 è quello di quantificare le emissioni di gas a effetto serra associate all’intero ciclo di vita di un prodotto.

La carbon footprint è un elemento chiave dell’impronta ambientale dei beni e dei servizi, necessaria a misurare la quantità di superficie in termini di terra e acqua che la popolazione umana utilizza per produrre le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti prodotti.

Al fine di consentire la determinazione dell’impronta ambientale di prodotti (Pef) ed organizzazioni (Oef), la Commissione europea ha emanato la Raccomandazione 2013/179/UE.

L’obiettivo delle informazioni relative alla Pef è quello di ridurre gli impatti ambientali dei beni e dei servizi, tenendo conto delle attività della catena di approvvigionamento (dall’estrazione delle materie prime alla produzione, uso e gestione finale dei rifiuti).

Il ministero italiano dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare promuove iniziative volontarie dedicate alle aziende per determinare le emissioni di CO2, definire le strategie aziendali in merito all’uso efficiente dell’energia e per l’implementazione di tecnologie e sistemi di gestione a basso contenuto di carbonio.

A tal proposito, nel 2011, hanno avviato un programma per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti/servizi/organizzazioni. Successivamente, il 13 giugno 2018, è entrato in vigore il Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, denominato Made Green in Italy. Tale regolamento utilizza la metodologia per la determinazione dell’impronta ambientale dei prodotti (Pef) definita nella Raccomandazione 2013/179/UE della Commissione Europea.

L’adozione dello schema “Made Green in Italy” intende:

  • promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo;
  • stimolare il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali;
  • favorire scelte informate e consapevoli da parte dei cittadini;
  • rafforzare l’immagine, il richiamo e l’impatto comunicativo dei prodotti “Made in Italy”;
  • definire le modalità più efficaci per valutare e comunicare l’impronta ambientale dei prodotti del sistema produttivo italiano.

Per maggiori informazioni potete contattare il Vostro consulente di riferimento.