Il 4 Marzo 2021 è stato pubblicato in Gazzetta il Regolamento (UE) 2021/382, che modifica il Regolamento CE 852/2004 relativo ai criteri di igiene dei prodotti alimentari (uno dei regolamenti del cosiddetto “Pacchetto Igiene”).
Il nuovo Regolamento entra in vigore il 24 Marzo 2021.
Le novità per le aziende:
1.GESTIONE DEGLI ALLERGENI
Il 30 ottobre 2014 l’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha aggiornato il suo parere scientifico relativo alla valutazione degli alimenti e degli ingredienti alimentari allergizzanti ai fini dell’etichettatura, indicando che la presenza di allergie alimentari in Europa è stata stimata tra il 3 % e il 4 % sia per gli adulti sia per i bambini.
Nel settembre 2020 la commissione del Codex Alimentarius ha adottato un codice di buone pratiche sulla gestione degli allergeni alimentari rivolto agli operatori del settore alimentare (CXC 80-2020), che comprende raccomandazioni sulla mitigazione degli allergeni alimentari.
Il legislatore ritiene ora necessario introdurre requisiti relativi a buone prassi igieniche per prevenire o limitare la presenza di sostanze che provocano allergie o intolleranze, di cui all’allegato II del regolamento (UE) n. 1169/2011, nelle attrezzature, nei veicoli e/o nei contenitori utilizzati per la raccolta, il trasporto o il magazzinaggio dei prodotti alimentari. Poiché la contaminazione dei prodotti alimentari può avvenire sia a livello della produzione primaria sia in fasi successive, sono stati modificati gli allegati I e II del regolamento (CE) n. 852/2004.
I contenitori, attrezzature e veicoli utilizzati per la raccolta, il trasporto, il magazzinaggio, la manipolazione e la trasformazione di prodotti con ingredienti allergenici non devono essere usati anche per prodotti che non contengono tali sostanze, a meno che non siano stati puliti e controllati almeno per verificare l’assenza di residui visibili.
2. RIDISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI
La strategia «Dal produttore al consumatore» per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, adottata dalla Commissione, è una componente fondamentale dell’iniziativa del Green Deal europeo. Uno degli obiettivi della strategia «Dal produttore al consumatore» è la riduzione degli sprechi alimentari, che contribuirà anche alla realizzazione di un’economia circolare. La ridistribuzione delle eccedenze alimentari per il consumo umano, in particolare attraverso donazioni alimentari, qualora sia possibile farlo in sicurezza, previene gli sprechi alimentari.
Gli operatori del settore alimentare possono ora ridistribuire alimenti a fini di donazione alimentare, dopo aver verificato in modo oggettivo che questi siano ancora in uno stato adatto al consumo.
3. CULTURA DELLA SICUREZZA ALIMENTARE Nel settembre 2020 la commissione del Codex Alimentarius ha adottato la revisione della sua norma globale General Principles of Food Hygiene (Principi generali in materia di igiene alimentare, CXC 1-1969).
La norma CXC 1-1969 aggiornata introduce la nozione di «cultura della sicurezza alimentare» quale principio generale.
La cultura della sicurezza alimentare rafforza la sicurezza alimentare aumentando la consapevolezza e migliorando i comportamenti dei dipendenti delle aziende alimentari.
E’ stato quindi introdotto il nuovo CAPITOLO XI bis che richiede che gli Operatori del Settore Alimentare debbano istituire all’interno dell’impresa una cultura della sicurezza alimentare adeguata, fornendo delle prove per dimostrarlo. Ci deve quindi essere l’impegno sia dei dirigenti che dei lavoratori a produrre e distribuire in modo sicuro gli alimenti, con la dovuta consapevolezza dei pericoli legati alla sicurezza alimentare. Si dovrà inoltre stabilire in modo chiaro ruoli e responsabilità delle persone addette al lavoro, garantire che il sistema di gestione rimanga sempre aggiornato rispetto alle modifiche operative che il lavoro subisce, che i controlli siano eseguiti puntualmente e tutta la documentazione sia sempre aggiornata. Infine, ma non per importanza, al personale va garantita la formazione e la supervisione adeguate.
Questo ultimo punto ricorda molto quanto già previsto dagli standard riconosciuti GFSI (BRC, IFS, FSSC 22000…).
Appare chiara dunque la volontà di fare in modo che tutte le realtà della filiera alimentare si muovano sempre di più nell’ottica di creare un sistema di gestione vero e proprio, basato su decisioni razionali e condivise da parte sia dei titolari che dei lavoratori. Naturalmente, tenendo conto della natura e delle dimensioni dell’impresa alimentare in questione.
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